Opa di Credit Agricole sul Creval

«Il Credit Agricole rompe gli indugi e muove per rafforzare la propria presenza in Italia». Ne dà ampia notizia questa mattina “Il Sole 24 Ore Radiocor Plus” che inoltre spiega come «la scelta del target è caduta sul Credito Valtellinese, partner storico di cui ha gia’ il 9,8% del capitale (attraverso Credit Agricole Assurances) e con cui ha intrecciato un’alleanza in campo bancassicurativo. Nel dettaglio, Credit Agricole Italia, l’istituto guidato dall’a.d. Giampiero Maioli di cui la banque verte controlla il 75,6% del capitale, ha annunciato un’opa totalitaria cash a 10,5 euro per azione. Il prezzo implica un premio del 21,4% rispetto ai valori di chiusura di venerdì e del 53,9% rispetto al prezzo medio ponderato degli ultimi sei mesi.

L’esborso massimo per Credit Agricole Italia per arrivare al 100% del capitale del Creval sarà di 737 milioni. Il Credit Agricole Italia intende ‘procedere alla fusione per incorporazione di Credito Valtellinese in Credit Agricole Italia al fine di consentire un’effettiva integrazione delle proprie attività con quelle di Credito Valtellinese e delisterà il titolo da Piazza Affari se supererà il 90% del capitale».

«Abbiamo informato ieri sera il management e il presidente di Creval e stamattina abbiamo inviato una lettera al board per informarli dell’operazione», ha annunciato l’a.d. di Credit Agricole Italia, Giampiero Maioli, presentando l’operazione alle agenzie di stampa. Si tratta, ha aggiunto, di «un’operazione che noi consideriamo sostanzialmente amichevole, che crea valore per tutti». Con i vertici di Creval, ha spiegato, ci sono stati «colloqui molto cordiali. Loro hanno riconosciuto che la banca non ha la dimensione per poter affrontare le difficoltà di mercato e le innovazioni tecnologiche necessarie. Credo che in questo siano molto lucidi», ha proseguito. «È chiaro che loro hanno azionisti di riferimento e dovranno fare le loro valutazioni come le farà il mercato, ma sul progetto industriale in sé non ho percepito che ci siano contrarietà o diversità di vedute». Secondo Maioli quindi l’operazione non è «paragonabile a Intesa-Ubi», dato che «là c’erano realtà, sane e importanti, che avevano entrambe la possibilità di un percorso stand alone. Credo che in questo caso lo scenario sia un po’ diverso». «Auspichiamo», ha concluso «che ci possa essere una transizione amichevole».

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